Tutti cambiamo, è fisiologico.

 

Il nostro corpo cambia.
Le nostre forme cambiano.
La nostra idea di vedere il Mondo cambia.

 

Ma il nostro palato? Cambia, o almeno dovrebbe.

 

Nel mio breve percorso da bevitore incallito, mi sono imbattuto in tutte le tipologie di vino: in brick, in damigiana, nel bag in box, col silicone, industriale, convenzionale, naturale, biologico, biodinamico, astratto e surrealista. Ho girato una quantità di cantine significative, dove, ad ogni viaggio, tornavo con l’auto che sfregava a terra ed i pneumatici gonfiati a 3 bar.
Ad un certo punto capisci che buona parte dei vini che hai in cantina non li bevi più; ogni tanto provi a riaprire una bottiglia e ti chiedi come sia stata veloce l’evoluzione del gusto. Ero un altro io, o meglio, avevo un altro palato, e quelle erano bottiglie che bevevo volentieri, al contrario di oggi. Quando ti porti a casa del vino -dai vari viaggi- non porti solamente un liquido che poi finisce per essere espulso dal tuo corpo -come in molti, purtroppo, pensano- ma porti a casa ricordi, legami, emozioni, parole, situazioni, storie; echi che ti rimbombano dentro, come quegli urli emanati da piccolo, nel vuoto.

 

Ecco.

 

Quelle bottiglie che non bevo più, per la maggior parte di casi, non trasmettono nemmeno un briciolo di vibrazioni, segno tangibile che non è mai esistito un legame vero con chi le produce.

 

La domanda che mi pongo più frequentemente, vedendo personaggi virtuali postare continuamente le solite bottiglie che bevono da sempre e confrontandomi con altrettanti consumatori vis-à-vis, è la seguente: ma com’è possibile che bevete i soliti vini da anni? Ma è possibile che il vostro palato sia statico?

 

Sembra che il giudizio finale sia scisso dal proprio pensiero. Sembra che sia tutto buono a prescindere.
Sembra che dobbiate parlarne bene per forza.

 

Anche i vignaioli cambiano. Certo. Non parlo di coloro i quali montano sul carrozzone del tutto e subito, seguendo le mode che attanagliano periodi storici del vino. Alcuni non smettono mai di sperimentare, evolvere, migliorare, ma anche peggiorare, perché no! E voi li, pensando con la solita testa, con le solite idee, con lo stesso palato fossilizzato, da anni. Non è una critica verso nessuno, più che altro una riflessione scritta, una curiosità di cui non trovo il filo.

 

Ognuno di noi cambia.