Perchè il vino non si dimentica facilmente.

Quando il giorno successivo ti continua a tuonare dentro come una tempesta di sole, significa che devi continuare a scavare. Una ricerca infinita.

Incrociai Luca Caligaris a Leoncavallo, qualche anno fa, durante “La Terra Trema”, non ricordo precisamente l’anno, forse 2015.

Mi piacquero fin da subito i suoi vini.
Mi piacque fin da subito la sua filosofia.
Mi piacque il progetto, con altri due vignaioli del vercellese, nel quale unirono le forze per sponsorizzare i loro vini sotto un unico nome “Quat Gat”. Progetto conclusosi due anni fa, come ci spiega Luca, contattato nei giorni scorsi per complimentarmi della bottiglia.

L’avventura di Luca inizia nel 1997, riprendendo l’azienda già esistente del nonno, ma nei primi anni, dovendo apportare lavori di ristrutturazione alla cantina, le uve vennero vendute interamente.
La sua prima vinificazione risale al 2002, dopo aver lasciato gli studi di enologia.

L’azienda si estende su due ettari vitati, sparsi in diverse zone delle colline di Gattinara.
La porzione di vigna più grande posseduta dal vignaiolo è l’ “Osso” -una delle più conosciute della denominazione- 8000mq (0,8 ettari) di cui 3500 ripiantati nel 2015.
Questo “Cru” è suddiviso, a sua volta, da quattro dorsali, le quali scendono verso valle parallelamente tra loro; ognuna di esse con un proprio toponimo: nella parte più alta insiste l’ “Osso”, il quale da il nome a tutta la dorsale; alla sua destra si sviluppa l’ “Osso dei Gemelli”; scendendo verso valle troviamo la piccola porzione dell’ “Ossetto”, seguita nel versante est dalla vigna dell’ “Osso San Grato, unica, quest’ultima, ad avere un maggior dislivello ed un’ esposizione perlopiù diversa rispetto al resto del versante (sud-est).
L’Osso San Grato è stata una delle prime zone a comparire su di un’etichetta di Gattinara, grazie alla famiglia Antoniolo, nella metà degli anni ’70, e l’unica -prima che Luca Caligaris vinificasse la propria riserva dall’ “Osso”-ad essere vinificata in purezza.

Vigne tempestate da profili vulcanici, i quali riescono a dare un timbro salato, una matrice minerale, inconfondibile. Nelle annate ritenute di alta qualità, dalla piccola cantina esce anche la riserva -come appena accennato- vinificata esclusivamente dalla porzione all’interno del cru “Osso”.

Luca Caligaris Gattinara 2010

L’inizio è quasi reticente, sia da parte mia che da parte sua. Stavo addentando con famelica intensità forchettate di rigatoni alla gricia, dando, con leggerezza, fin poca importanza al vino nel bicchiere.
La pancia inizia a riempirsi, la testa si svuota.
Cazzo, non lo ricordavo così buono!
Mille le sfaccettature. Pare uno di quei Pommard moderni, più sottili nell’intelaiatura, che sa di ruggine.
Pare un sangiovese d’altura, che sa d’arancia rossa, quasi una seltz, le ricordate le caramelle che frizzavano?! Gronda come l’uva schiacciata, fendenti netti e cesellati. Vino che incede con una tempra mescolata ad una soavità naturale pazzesca. Adesso scordiamoci quei Pinot di la dalle Alpi, scordiamoci quei sangiovese di casa mia, così da rimanere una foto stampata della Torre delle Castelle, di quel magnifico territorio, di quelle vigne immacolate, dell’ “Osso” e delle “Lurghe”, delle erbe secche e delle radici, ma anche di un lampone, uno, freschissimo, turgido, luccicante di colore. Un vino, un succo. Ma non di quei succhi/vino scarnificati a cui non hanno nemmeno lasciato l’alcol. Non uno di quei succhi/vino alleggeriti all’inverosimile.
No. Questo è un puro succo di Nebbiolo di Gattinara. Questo è un territorio magnifico, e chi lo sa interpretare tira fuori dei veri capolavori.

Un sorso di Gattinara. Purché vero, s’intende. Non chiedo di più” -Mario Soldati-

In questo sempre più triste periodo storico della nostra nazione, il vino riesce ad allietare lunghe giornate, dove la nostra mente naviga da sola in un mare di confusione.

Dobbiamo essere buoni capitani, buoni condottieri, riuscendo a gestire questa tempesta improvvisa, la quale ci ha privato della nostra libertà, il dono più grande che ci possa essere.