Qualche tappa d’Oltralpe.

 

Riordiniamo le idee nel nostro consueto viaggio d’Oltralpe.

 

Tocchiamo come al solito più regioni per spaziare da nord a sud, da est a ovest.

 

Ma poche chiacchiere, largo ai fatti…

 

Champagne Mouzon Leroux “Atavique”

Sempre bevuto troppo giovane, per questo ho costantemente preferito il fratello maggiore. Acquista sostanza e vigore dopo 18 mesi dal degorgement, carbonica danzante e piccante, uno champagne a tutto pasto. Bene!

Nicolas Carmarans “Selves” 2016

Lo Chenin forestiero di Aveyron. Il massiccio è sempre quello centrale, ma in direzione della Linguadoca.
Si dimostra fin da subito più polposo rispetto alla 2015, in questo momento un filo scombussolato, manca la giusta amalgama. Avrei preferito una maggiore elasticità, rimandato dopo l’estate.

François Cotat Sancerre rosé 2015
Domaine de l’Horizon rosé 2014

Annate diverse. Zone diverse. Uve diverse. Stesso colore. Fa niente. Lo ha surclassato.
Il Pinot Noir di François Cotat 2015 prende delle grandi sberle. Lievito di birra e crosta di formaggio. Bocca troppo accomodata e senza slancio.

Horizon lo ritengo, da sempre, uno dei migliori rosè del mio Hard Disk di assaggi. Cangiante, dinamico, imprevedibile. Ha nervo e spessore.

Domaine des Vignes du Maynes Macon rouge “Cuvée 910” 2017

Seriamente parlando. Parlando seriamente.
Sto pinó, gamé, sciardoné, un terzo, un terzo, un terzo, è liricamente scapestrato e al tempo stesso finissimo. Riesce ad unire un frutto golosissimo ad una scia verdastra, agreste, da Beaujolais. Ti spiaccica in faccia melagrana e lavanda, pepe bianco e quell’odore (?!) d’acqua di sorgente. Il vino è bòno, parecchio. Se volete acquistarlo, fatemelo sapere, parteciperò anche ad una cordata, da Aosta a Noto, a nòto!

La Grande Colline VDF L.12

Un Giapponese in Rodano.
Lavora in vigna da Thierry Allemand, per poi, come molti, prendere la propria strada.
Al primo naso è Rodano schiacciante. Mora, oliva e sangue, molto sangue. Fine primo tempo.
Ecco che nella ripresa succede l’imprevedibile. Il vino muta, ma in maniera sbagliata. Si incupisce, sparando quelle bruttissime note di castagna viranti al brett. Lo porto a casa per assaggiarlo il fatidico giorno successivo. Naso più pulito, Ferrero Roches, effluvi di essenze balsamiche, ma lascia un finale di bocca al limite del legale.