La famiglia Rosso è insediata a Serralunga da oltre un secolo, precisamente nella zona sud/est, dove di li a poco ha inizio l’Alta Langa, con il comune di Roddino. Proprio Roddino, comune oggi rivalutato in maniera decisa, proseguimento morfologico di Serralunga, con terreni composti da sabbie calcaree ed esposizioni fresche. Quando venne fatta la delimitazione dell’areale Barolo, quest’ultimo non godeva della giusta luce e le maturazioni stentavano ad arrivare, in funzione dell’andamento climatico, oggi, avrebbe più senso includerlo a favore di altri due comuni (senza fare nomi) i quali posseggono un bricco e poco più.

 

Le assonanze tra la “mia” Toscana e la Langa, per quanto riguarda il cambiamento climatico, si sprecano, ma il discorso potrebbe essere estendibile a tutto l’enomondo. Tendenzialmente oggi si cercano sempre più vigne in altura, con esposizioni fresche. La ricerca estenuante del sud, fino a una decade fa era imprescindibile, difatti i “vecchi”, in Langa, battezzavano le migliori parcelle in inverno: dove la neve si scioglieva prima, quello era un segnale indicatore importante. Ma sarebbe altresì importante parlare di portainnesti, cloni, potature, però il discorso si dilungherebbe per giorni.

 

 

Ma torniamo ai Rosso.

 

Si respira vino da sempre. Nel 1934 il nonno di Ester Canale -Tommaso- assieme alla moglie Esterina, con una visione avanguardista e non con poche difficoltà,  acquistò alcuni dei più bei vigneti a Serralunga d’Alba; tra questi figurava anche un appezzamento nella Vigna Rionda, pagato 17500£, a quei tempi erano soldi, molti soldi. I due figli, Aldo e Amelio, già risultanti come forza lavoro nella campagna, alla scomparsa del padre nel 1945, con un’agricoltura rasa al suolo dalla guerra e lo stato impietoso della vigna, si rimboccarono le maniche e forti degli insegnamenti del padre, con la stessa passione e forza di volontà, diedero continuità ai suoi sacrifici. Rimisero in sesto la vigna, reimpiantando le viti, ma nel 1963 Amelio venne a mancare, la moglie e la figlia -Ester- provarono a prendersi cura dei vigneti, ma le conoscenze non erano adeguate, il lavoro della campagna era molto duro da affrontare, la forza lavoro diminuì drasticamente per un fuggi fuggi generale verso le industrie, quindi dopo 7 anni di vendita delle uve, si vedono costrette ad una decisione dolorosa: cedere la loro amata parcella. Non volendo dare i propri terreni a persone esterne, decisero di stringere un patto interno con il cugino, Aldo Canale.

 

Vigna Rionda particella n. 251 del Foglio n.8

Nel’98 gli succede il figlio Tommaso, con la travolgente passione dell’omonimo nonno, la trasmette al nipote, Davide Rosso, ed è questo il punto cruciale della svolta. Siamo nel nuovo millennio e si inizia a fare il vino con determinati criteri. L’avvento nell’azienda di Davide rimescola le carte e l’asticella si alza notevolmente. Con gli anni, una mentalità più aperta ed il confronto con altre realtà, apporta più consapevolezza e maggiore qualità. Si abbandona la cantina storica di Baudana per un ambiente più spazioso e più pulito, con la tecnologia usata parsimoniosamente ed intelligentemente.

 

Nel 2010 viene a mancare Tommasino Canale; per questioni di eredità si rispartiscono i terreni tre famiglie, tra cui ovviamente risulta Ester. Destino vuole che dopo 40 anni, la particella n. 251 del Foglio n.8 di Serralunga, tornasse nelle sue mani. Assieme al marito, Giovanni Rosso, decidono di tenere una piccola parcella delle vigne vecchie (0,4 ha) per produrre uno dei migliori vini rossi italiani, dopo che le uve qui prodotte furono sempre state vendute a produttori importanti, tra cui figurava Bruno Giacosa.

 

Dal 2016 nasce un progetto parallelo sull’Etna, una nuova avventura voluta dalla famiglia Rosso, la quale acquista una tenuta nel versante nord-est del vulcano, in frazione Solicchiata, nel comune di Castiglione di Sicilia. Sono sei gli ettari totali, di cui 1 a bacca bianca e 5 a bacca rossa, con i vitigni autoctoni: carricante e nerello mascalese.

 

 

Andiamo agli assaggi:

 

Il Barolo d’entrata è l’assemblaggio di 7/8 vigne, principalmente di Serralunga d’Alba, ma con saldi da Castiglione Falletto e da Barolo.

 

Serra ha esposizione est, molto ripida come vigna e ricca di calcare bianco. Si prende tutte le correnti fredde della vicina Valletta Alloria. È una specie di Monopole, in quanto l’altro proprietario terriero vende le proprie uve a “Terre del Barolo”, per cui in etichetta solo i Rosso possono rivendicarne la menzione. Il vantaggio di questa vigna riguarda l’irraggiamento solare: essendo appunto esposta ad est, prende il sole “dolce” del mattino e le uve non si cuociono nel pomeriggio.
Totale 1 ha

 

Cerretta viene acquistata nel 1920, reimpiantato in parte nel 1984, in parte nel 2000. Ha un’altitudine simile a Serra, ma un fondo più complesso, molte più argille impastate con il calcare. Posta in un piccolo anfiteatro, è riparata dalle correnti freddi e gode di un microclima molto particolare, in quanto, ai suoi piedi, è presente un piccolo boschetto.
Divisa in due fasce: Cerretta Appiani, esposizione ovest, viene usato per il Langhe Nebbiolo e per il Barolo d’entrata;
Cerretta Bric, esposizione sud/sud-est, usato solamente per il Cru.
Totale 3,5 ha

 

Vigna Rionda è un sud pieno. Come spiegavo sopra, di proprietà della famiglia Rosso dal 1934, viene reimpiantato in parte nel 2011, lasciando 0,4 ha con le vigne degli anni ’40, da cui si produce il Barolo Vigna Rionda Ester Canale. Le altre uve provenienti dalla piante più giovani, in attesa che trovino il giusto equilibrio, sono usate per il Langhe Nebbiolo Ester Canale.
Totale 1 ha

 

2016 da botte:

 

BAROLO SERRA
mostra un tannino polveroso in entrata, il quale si scioglie e raccoglie frutta fresca e menta, spalla dritta e sbarazzina.

 

BAROLO CERRETTA
naso più femminile del precedente, violetta e cioccolato bianco, con un frutto più dolce.  Ha un carattere più denso e complesso del Serra, palato più ampio.

 

LANGHE NEBBIOLO ESTER CANALE
il fratellino del Vigna Rionda si mostra in tutta la sua solarità. Vivace, piccante, dal frutto rosso netto con rinfrescate di menta e di viola.

 

BAROLO VIGNA RIONDA ESTER CANALE
si cambia completamente registro. Il bicchiere si fa più serioso, agrume scuro e sale, liquirizia sul finale. Ha 200 cavalli, spinge a marce ingranate, materia mai imbrigliata. Potenza, spessore, eleganza. Sarà grandissimo!

 

 

2015 da botte:

 

BAROLO VIGNA RIONDA ESTER CANALE
c’è più calore e maggiore estrazione, ma rimanendo sempre nei canoni della finezza, marchio di fabbrica della cantina di Serralunga. Trama tannica fitta ma non inchioda, allunga bene sul sale.

 

BAROLO CERRETTA
l’assaggio migliore dopo il Rionda 16.
Sandalo, viola, piccoli frutti di bosco, foglie di tè. Complessità clamorosa da un vino che ancora deve veder bottiglia. Estrazione del tannino da manuale, graffia quando deve graffiare, accarezza quando deve accarezzare. Gran bel vino!!!

 

Da bottiglia:

 

BAROLO 2013 
è un inno al piacere di beva, senza troppi fronzoli e stratificazioni, smussato e colorito, stappare anche d’Estate, più fresco, dopo una giornata sotto al sole. Bella tensione.

 

BAROLO CERRETTA 2014
frutto rosso e fiore, molto delicato e ricco in succosità.

 

BAROLO SERRA  2014
più graffiante, dritto per dritto, non ti guarda in faccia e si esprime per quello che è, diretto, come un montante di  Foreman…non aspettatevi stratificazioni ma bensì nettezza.
BAROLO VIGNA RIONDA ESTER CANALE 2014
è frizzante, allegro, mentuccia e liquirizia, parti verdi omogenee e bellissime, sandalo e buccia d’anguria. Un vino che non senti, urla in silenzio, scende ma poi ritorna più elegante e più roboante di prima. Il manico si vede nelle annate minori. Grandissimo vino!

 

I Barolo dei Rosso sono lo specchio di Serralunga e dei suoi Cru, sono l’immagine di ogni annata.

 

 

Etna Bianco 2016 grassezza mai invasiva, sale a iosa, agrumi bianchi e sprizzi floreali di ginestra. Da seguire con attenzione.

 

Un ringraziamento speciale ad Alessio Canepa, il quale ci ha permesso di ripercorrere la storia della famiglia Rosso/Canale.