Definire è limitare.

 

Stiamo attraversando un periodo, vinosamente parlando, simile per certi versi a quello in cui concentrazioni e barrique -fine anni ’90 inizi ’00- la facevano da padrona: è il filone del naturale.

 

Se ne sentono di ogni, capita sempre più spesso di incappare, soprattutto nei social, in dibattiti adulterati, dove le frange più estreme sono pronte ad attaccare e infangare chi la pensa diversamente da loro. Questo non è il Mondo del vino che cerco. Le mie idee rimangono fermamente stabili sulle scelte dei vini che presento e che racconto, nonostante le correnti di pensiero che finiscono per dissolversi nell’aria.

 

Cito un passaggio del bellissimo libro di Corrado Dottori -Non è il vino dell’enologo-

 

“In Italia succede tutto troppo in fretta, ed è strano per un paese con una storia come quella che abbiamo. In Francia non è così. Non sarà tutto oro quel che luccica dai cugini. Immagino, e so, che molto è cambiato anche lì. Eppure parlando coi vignaioli, degustando coi sommelier di aziende importanti, girovagando per paesi e vigneti, l’impressione è che il vino non venga mai percepito come una tendenza. Uno dei luoghi comuni più scontati sulla Francia enologica è che i francesi sappiano vendere, facciano più marketing, investano in immagine. Non conosco i dati e le statistiche. La mia impressione, però, è che investano tuttora maggiormente sulla qualità del prodotto, sul territorio, sulla vocazione agricola”.
 

 

Vi racconterò otto vini di altrettanti piccoli artigiani, sperando di trasportarvi al di là delle Alpi, con la sola imposizione della lettura, state comodi…

 

Noëlla Morantin  “Chez Charles” Vin de France 2016
Un incontro casuale con un professore di una scuola di vitivinicoltura, porta Nöella Morantin a lasciare il proprio lavoro in Bretagna per iscriversi ad una scuola di enologia nel 2003. L’anno successivo l’incontro che le svolta la vita: Junko Arai, giapponese, proprietaria della Tenuta Per Boia Lucas a Touraine, in Loira. In breve tempo viene assunta come responsabile della Tenuta. Nel 2009 decide di diventare lei stessa produttrice di vino e prende in affitto, con l’intenzione di comperarli in futuro, 8,5 ettari di vigneto. Il sogno di Nöella si avvera: acquista i vigneti e li cura con infinito amore in regime strettamente biodinamico.
È didattico al primo naso, erba sfalciata, bosso, mango. Incalza di acidità, citrica e balsamica, chiude rinfrescante, con una mineralità cristallina.

 

Michel Gahier “Les Follasses” Arbois 2015
A Montigny les Arsures, capitale del Trousseau, piccolo villaggio appena fuori Arbois, Michel Gahier vinifica le uve provenienti da sei ettari di vecchie viti. Sicuramente il suo vino bianco meno “estremo”, quel pizzico di volatile controllata e veicolante, meno marcato del “Les Cretes”, incisivo e salato. Fiori bianchi e calcare, mela e pèsca. Se non conoscete i vini di Gahier, iniziate con questo e non ve ne pentirete!

 

Renaud Boyer  “L’Espoir” Bourgogne Blanc 2016
Renaud Boyer “L’Espoir” Bourgogne Rouge 2016
Considerato un alieno in Borgogna, precisamente a Mersault, Renaud Boyer produce vini secondo la propria logica. I bourgogne 2016 sono vini di bocca, salati arrabbiati (soprattutto lo chardonnay) intensi e aperti, olfattivamente un po’ troppo larghi con frutto lievemente avanti.

 

Clair et Floren Bejon “Picrochole” Vin de France 2016
Ci troviamo in Loira, da tenere sott’occhio il Franc di Claire et Floren Bejon, vignerons che posseggono 2 ettati scarsi a Saint-Germain-sur-Vienne, una piccola città situata tra Candes Saint Martin e Chinon, lungo la Vienne. Picrochole 2016 è frutto di una vigna giovane, ancora irrequieto e racchiuso, ma si scorgono sensazioni energiche piene di succo. Inizio ceroso e scuro, poi man mano l’aria fa il suo dovere ed esce un bellissimo frutto nitido cosparso di leggerissime spezie orientali.

 

Benoit Corault “La Coulée” Vin de France 2016
Questo giovane enologo di talento, ex figlio di un allevatore di cavalli, ha deciso, per passione, di acquistare alcuni ettari situati in un’area fuori dall’Anjou. Seguace di una cultura rispettosa della natura, approfitta della sua conoscenza equina per lavorare una parte delle sue viti al cavallo. Un lavoratore incallito, fa della sua passione una fonte di vita. I suoi vini sono una pura espressione di terroir.
Sono 5 ettari gli ettari vitati.
Profuma di gioia. Cardamomo, lavanda, ribes, pepe bianco. Vino disteso e amichevole, bella trama ricca di sfumature, mano delicatissima. Molto molto buono!

 

Frédéric Gounan “Les Petites Orgues” Vin de France 2015
Frédéric Gounan vive a Saint-Sandoux a Puy-de-Dôme, 30 km a sud di Clermont-Ferrand (capoluogo) centro meridione Francia, Auvergne.
La sua tenuta L’Arbre Blanc deve il suo nome ad un superbo albero piantato in mezzo ai suoi vigneti.
Frédéric è “un nativo” come dice lui, derivante da una famiglia di contadini.
Nella prima parte della sua vita realizza prototipi di motociclette, ma quando l’attività inizia a essere troppo in contatto con il mondo industriale, Frédéric comprende che non è davvero fatto per quello!
Decide di tornare nella propria terra e produrre un vino in armonia con la natura.
Trascorreva la settimana a “fare scuola” da Emmanuel Gobolout in Borgogna, per poi tornare nel suo villaggio il fine settimana a lavorare le vecchie viti di Gamay del padre. Nel 2000 pianta Pinot Nero e fa il primo raccolto di Gamay.
Questo vino è Pinot Nero con saldo di Gamay. Paga un po’ dazio rispetto all’assaggio di qualche mese fa, imbrigliato da una nota affumicata invasiva, con il frutto schiacciato, al palato risulta slavato e notevolmente corto.

 

Christian Ducroux “Patience” Vin de France L.2004 04
Una conferma per Cristian Ducroux, colui che, già nei primi anni ’80, portava idee avanguardiste per la zona. Potrebbe rivendicare la menzione Régnié, avendo vigne ricadenti nel dato comune, ma esce come Vin de France, L.2004 04.
Il naso si tinge di origano, incenso e zenzero. Sorso vibrante e propositivo, disteso e piccante. Ha uno sviluppo dinamico e prorompente. Good.

 

Il confine è labile. L’attenzione sulla scelta di determinati vini dovrebbe raddoppiare. Questi appena raccontati hanno mostrato tanta energia e carattere prettamente territoriale.

 

Alla scoperta di nuove emozioni…