Nuova apertura nella città laniera.

La fotografia del ristorante mi pareva la trama di un film già visto, con una selezione di crudi usati quando non esistono idee in cucina, di pari passo con una ristorazione improvvisata.

Invece mi sbagliavo, di grosso.

Sarà che sono scettico sulle nuove aperture nella mia città, in quanto spesso e volentieri, non c’è attenzione verso il cliente e molti aspetti che ritengo fondamentali sono trascurati. Certo, la valutazione complessiva dopo due mesi dall’apertura è rimandata, alcune cose sono migliorabili, ma la strada imboccata è quella giusta.

L’accoglienza è discreta, tentando di offrirci un calice di prosecco, meno male non è diventato prosecchino, che a malincuore abbiamo dovuto rifiutare. Acqua e pane, ripeto acqua e pane, o voi signori che tentate di fare ristorazione, sono le due cose da portare immediatamente al tavolo dopo i convenevoli, come successo al Mysea Bistrot. Tendo a rimarcare questo punto, venendo da quindici giorni, nei quali ben TRE ristoranti hanno impiegato dai 20 ai 45 minuti prima di portarci le suddette materie.

Ma torniamo a noi.

Ristorante aperto da poco più di due mesi, senza troppo ostentamento mediatico, come volutamente ci racconta Davide Chen, cuoco classe ’86, noto nel panorama fiorentino per aver lavorato a fianco dell’amico Simone Cipriani al ristorante Essenziale, esperienza conclusasi a fine Gennaio di quest’anno, anche se le ossa, come si suol dire, se le è fatte per 9 anni all’Osteria di Passignano, a fianco di Mattia Barculli e Nicola Damiani, dove sono arrivati anche al raggiungimento dalla stella Michelin nel 2007. Tra queste due esperienze un passaggio a Londra al Berners Taverns e Marc Company.

Oltre il crudo.

L’offerta non è certo banale, selezione personale di ostriche (astenersi Longino, Selecta e compagnia cantante) oltre a scampi, gamberi rossi, ricci, tartufi di mare; ma volendo provare la cucina di Daniele Chen, abbiamo optato “solo” per un piccolo plateau, il quale ci ha aperto la voragine. La nostra curiosità ci ha spinto a provare più piatti, dall’uovo poché con spuma di piselli e uova di salmone, avvolgente al palato e molto ben bilanciato, passando per la pasta, fatta rigorosamente in casa, al pescato del giorno. Una cucina senza troppi fronzoli, rispettosa della materia prima, oltre a seguire la stagionalità dei prodotti.

Consistenze.

Salta all’occhio, o meglio alla bocca, il rispetto per gli ortaggi, valorizzati nei piatti e non “accantonati” come se fossero ingredienti di secondo piano, lasciati volutamente semi crudi per apportare croccantezza alla pietanza.

Due gli aspetti da migliorare.

In prima battuta il cestino del pane, non all’altezza della cena, con schiacciate “vecchie”; l’idea, in un futuro, è la produzione propria di quest’ultimo, come ci racconta Daniele. La seconda è la carta vini, praticamente inesistente, con qualche referenza trita e ritrita; anche su questo aspetto, sono consapevoli della lacuna. Un punto che gioca a loro favore è l’apertura mentale di proporre un diritto di tappo non esoso, ovvero di 12€ a bottiglia. Onesto e giusto!

Tirando le somme sono molto contento che si investa nella mia città sulla ristorazione di livello.

Avanti tutta!

Benvenuto: baccalà, gel di soia, rape rosse

Plateau crudo

Uovo poché, spuma di piselli, uova di salmone

Gnocchi con pesto di menta, tartare di gamberi e la sua bisque

Gnocchi con pesto di menta, tartare di gamberi e la sua bisque

Tortelli di ricotta al nero di seppia e il suo ragù

Fregola in salsa caprese, pescato del giorno, burrata

Pescato (ombrina) scottato in padella in verde