Questo davvero non ci voleva. Quello che sta accadendo in questi giorni, complice un diabolico e beffardo abbassamento delle temperature per via di correnti fredde provenienti dai Balcani, rischia di mettere in ginocchio buona parte della produzione vitivinicola nazionale. Gelate notturne in tutto il nord ed in parti del centro e sud Italia, hanno provocato danni davvero ingenti e alcune aziende sono state colpite quasi nella totalità dei vigneti.

 

Gelate

 

Quello che si spera, scrive sul suo profilo social Martino Manetti, dell’azienda agricola Montevertine, è si verifichi come nel 2001, una ripresa da sotto del germogliamento, animando con uno spirito ed una forza ammirevoli la speranza di uscire vincenti, che tutti in questo momento difficile dovrebbero cercare di avere, ma non è per niente facile.
Ancora Manetti dice:”sono fatti naturali che fanno parte del nostro mestiere, o si accettano o ci si dà ad altre occupazioni”.
Per quanto serva a poco, noi osservatori esterni, ammiratori e consumatori del vostro prezioso lavoro, vi siamo vicini e siamo qui a darvi tutto l’incoraggiamento necessario.
Forza!!!
                                                                                                                                                                                      

 

Paolo Cianferoni dell’azienda agricola Caparsa a Radda in Chianti, ieri sera, nonostante tutto, era insieme a noi, come altri produttori del Chianti Classico. Si leggeva nel loro volto la preoccupazione per queste notti, ma con grande spirito e forza interiore sono riusciti ad emozionare tutti i presenti con i propri racconti.

Questo il bollettino di Paolo Cianferoni dell’Az.Agr. Caparsa, oggi 21/04/2017 :
Tre giorni fa tra le 3:00 alle 6:30 -0,2 c°, poi Ieri mattina -2,4°, stamattina – 1,8°. Domattina vedremo. Tre giorni fa, allertato, mi sono organizzato con fuochi e presse di paglia dalle 4:45 alle 6:30, qualcosa avevo fatto con dispendio di energie e soldi (operai, lavoro notturno, legna ecc.). Poi ieri sera sono andato ad una degustazione a Prato di annate degli anni ’90 (Io avevo il Doccio a Matteo 1999) e sono tornato alle due di questa mattina. Voglia di fare zero, per cui mi son detto: al diavolo, lascio!. Ma stamattina il 25% di danno si è evidenziato nelle parti più basse dei vigneti. Colpa mia? Non lo so, non si può lasciare mai evidentemente, ma abbiamo solo una vita, per Dio! Comunque in fondo rimango positivo per passione e poi perché la vite ha una straordinaria capacità di ripresa e solo dai dolori nascono le migliori cose. Ricordo il 1997 che poi si rivelò un’annata fantastica proprio per le riduzioni naturali delle produzioni da brinata.
Domattina dovrebbe essere un poco meglio, speriamo.
Comunque ragazzi, fare il vignaiolo è un mestiere dove occorre davvero molta resistenza, anche se mi rendo conto che è per tutti così: la natura comanda. Un’ultima considerazione: sicuramente questo problema si ripercuoterà sui prezzi dei vini, in aumento.

Gelate

 

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